Nella mia esperienza clinica mi é capitato spesso di trovarmi di fronte a persone molto sofferenti che vedevano la psicoterapia come ultima spiaggia. Tanti sono arrivati con l’urgenza e la “disperazione” di chi ha aspettato troppo, di chi si è affidato ad altre persone pensando di trovare la pillola giusta, la strada meno dispendiosa, di chi diffidava o comunque non sapeva che cosa facesse lo psicologo e cosa volesse dire iniziare un percorso di psicoterapia.
Chi è lo psicologo?
E’ la relazione che cura.
Dopo 5 anni di università, l’esame di stato, altri 4 di scuola di specializzazione e x1000 ore di tirocinio, ancora non riesco a definire al meglio la figura dello psicologo.
Di fronte a conoscenti e amici ai quali confido la mia professione mi trovo spesso in imbarazzo, poiché le domande che mi pongono sono quasi sempre le stesse: perché si va dallo psicologo? Non è la stessa cosa parlare con un amico?
Imbarazzo che nasce non tanto dalla domanda, comprensibile, considerando lo scetticismo di una società basata sul concetto di medicalizzazione e con uno scarso sguardo alla prevenzione e alla salute psicofisica. Piuttosto dalla difficoltà nel dare una risposta che non sia riduttiva ma rispettosa del reale significato della psicoterapia: due menti che si incontrano in un’ esperienza condivisa.
La difficoltà nasce dalla consapevolezza che per fare questo mestiere non è sufficiente la teoria e perché non ci sono protocolli da seguire o cure standardizzate da attuare a pazienti designati.
Nel mio lavoro non esistono le etichette diagnostiche, esiste l’unicità della persona e della sua storia: l‘attenzione particolare alla sensibilità di ciascuno, alle sue difficoltà ma anche alle sue risorse. L’accoglienza dei suoi bisogni, paure, insicurezze, a ciò che racconta di sé e della sua famiglia. Esiste un ascolto empatico, di accettazione e riconoscimento della storia di vita narrata.
La verità è che per conoscere cosa fa lo psicologo bisognerebbe farne esperienza: esperire personalmente con il corpo e la mente cosa si prova a stare in relazione con un professionista della mente all’interno di in uno spazio intersoggettivo, intimo ed empatico.
Noi psicologi diciamo sempre che: “E’ la relazione che cura”.
Sono consapevole che possa sembrare un concetto astrale, astratto, ma è tutto confermato da basi scientifiche e cliniche che parlano di un’attivazione neurobiologica che si concretizza durante il processo di sintonizzazione terapeuta- paziente.
I meccanismi neurobiologici alla base della psicoterapia
Per sintonizzazione affettiva s’intende il rispecchiamento e riecheggiamento dell’esperienza dell’altro, ovvero come il terapeuta riflette lo stato interno dell’altro attraverso segnali di natura corporea ed emotiva.
Non è un processo consapevole ed è privo dal tentativo di modificare ciò che l’altro fa o crede, caratteristica invece molto presente quando i nostri amici o parenti ascoltano le nostre parole. In quest’ultimo caso, infatti, l’attenzione dell’interlocutore non è tanto rivolta verso un’esperienza di condivisione di ciò che prova il narratore, quanto sul cosa e come intervenire, dare consigli, giudicare. Ecco uno dei motivi per cui il ruolo di un amico non può essere paragonabile a quello dello psicologo.
Il fenomeno è possibile grazie al lavoro dei neuroni specchio che come ha affermato Stern D. consentono al nostro sistema nervoso di agganciarsi a quello degli altri. I neuroni secchio sono delle particolari tipi di cellule della nostra corteccia cerebrale che si attivano quando eseguiamo un atto motorio, ma anche quando è la persona davanti a noi a produrlo. Durante la psicoterapia, la rete neurale del terapeuta si attiva in automatico di fronte alla corporeità, emozioni, presentate dal paziente, come se fosse egli stesso a produrre il movimento o sentire quella determinata emozione (Gallese V.).
L’enorme potere del processo di sintonizzazione che si verifica in terapia è che il vissuto emotivo sottostante alle narrazioni dei pazienti viene rispecchiato e compreso dal terapeuta che ne regola lo stato affettivo attraverso una vera e propria condivisione neurale. L’aspetto curativo della psicoterapia è intrecciato a questo straordinario processo poiché il paziente a seguito dell’osservazione della reazione sintonica verbale e non verbale dello psicologo, si sentirà accolto, compreso, riconosciuto, visto, valorizzato, regolato nelle sue emozioni.
La psicoterapia è un’esperienza di nuovi apprendimenti, la scoperta di nuove modalità di stare in relazione con l’altro, un tempo in cui è possibile riconnettersi con sé stessi.
Lo spazio di psicoterapia come un’opportunità
Informare e formare le persone sul mondo della psicologia significa anche fare prevenzione e poter scegliere se concedersi un’ottima opportunità per prendersi cura del proprio sé senza dover ricorrervi in extremis come ultimo esasperato rimedio.
Perciò a tutti gli scettici, gli indecisi, gli irrequieti, gli insoddisfatti e i curiosi dico: concedetevi questa opportunità.
L’opportunità di entrare in relazione con chi sa empatizzare con la vostra sofferenza,
con chi sa ridefinire un problema al quale non avevate mai trovato nome e significato,
con chi sostiene, incoraggia e rafforza la vostra sicurezza e personalità;
con chi ha gli strumenti per aiutarvi a risentire, attraverso il corpo e la mente, sensazioni ed emozioni che non avete ancora elaborato perché, non condivise, soffocate, represse, perché troppo dolorose.
Datevi la possibilità di essere accompagnati nella narrazione delle vostre storie personali come fossero “… pietre preziose incastonate in una corona” .
Concedetevi l’occasione di prender consapevolezza del vostro funzionamento, di come sentite e gestite la vostra emotività, da chi e come sono influenzate le vostre azioni e relazioni.
Potrete muovervi tra il passato, il presente e il futuro, riparando ciò che è andato storto, imparando a stare nel “qui ed ora” e costruendo una progettualità per il vostro prossimo futuro che sia reale e attenta ai vostri bisogni.
Dott.ssa De Angelis Martina, Psicologa e Psicoterapeuta
Chieri e Moncalieri
347-9369609
martina.deangelis@hotmail.it
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